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Minibond immuni al test Covid

minibond, innovativo strumento di finanziamento per le aziende non quotate in Borsa e rilevante opportunità per le PMI strutturate in cerca di finanziamenti riesce a tenere botta anche nell’anno del COVID-19, riuscendo quasi a ripetere i record del 2019.

Le emissioni sono infatti calate leggermente come numero (194 contro 205) e la raccolta si è fermata a 920 milioni di euro (da 1.223), ma quando si guarda alle sole piccole e medie imprese il 2020 si è addirittura rivelato il migliore degli ultimi 3 anni con operazioni per 448 milioni.

A ricordarlo sono i dati che emergono dall’Osservatorio Minibond della School of Management del Politecnico di Milano, presentato questa mattina durante un convegno online e che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Cifre che pongono subito l’attenzione verso la vera questione degli ultimi 12 mesi caratterizzati dall’irruzione del virus nella vita di tutti i giorni e nell’economia: «Il risultato – sottolinea Giancarlo Giudici, responsabile dell’Osservatorio ed estensore del rapporto – è stato ottenuto anche grazie agli interventi emergenziali attuati dallo Stato, che si sono concretizzati in un programma di garanzie pubbliche che ha interessato il mondo dei minibond attraverso il Fondo di Garanzia gestito da Mediocredito Centrale e la Garanzia Italia di Sace».

Nel 2020 le tutele sul rimborso del capitale, che possono dare maggiore sicurezza agli investitori, sono in effetti state adottate da ben 112 emissioni, il 58% in più rispetto all’anno precedente. Più diffusa (26%) la garanzia fornita dalle Regioni, soprattutto attraverso i basket bond in Campania e Puglia, seguita da quella eleggibile per il Fondo di Garanzia (21%) che però è rilasciata all’investitore, mentre nel 7% dei casi la tutela è stata offerta autonomamente dall’emittente, attraverso un pegno o fideiussione. «Lo scorso anno – fa notare Giudici – abbiamo riscontrato soprattutto una “sostituzione” delle garanzie private con quelle pubbliche».

Non mancano le sorprese nel 7° report italiano sui Minibond, a partire dalla collocazione geografica delle operazione effettuate: nel 2020 in testa per numero di emittenti (43, contro i 13 del 2019) troviamo la Campania, che supera Lombardia (36) e Veneto (29), tradizionalmente le regioni più attive, in virtù del progetto Garanzia Campania Bond, basket bond promosso dalla finanziaria regionale Campania Sviluppo, da Cdp e Mediocredito Centrale-Banca del Mezzogiorno. Non certo un caso isolato, perché grazie a un’operazione di sistema simile anche la Puglia è passata negli ultimi 12 mesi da 3 a 13 emittenti.

Per il futuro immediato le sfide principali per questo genere di strumento, che si propone di affiancare il tradizionale canale bancario fra le fonti di finanziamento delle imprese, restano essenzialmente tre: «La sostenibilità del debito a valle dei risultati di bilancio, la capacità del sistema di trovare un nuovo equilibrio quando i provvedimenti emergenziali pubblici termineranno e approfittare di strumenti quali i Pir alternativi e gli Eltif per dare nuovo spessore al mercato», avverte Giudici. Intanto però lo stress test imposto da Covid sembra essere per il momento stato superato.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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